Parte prima

L’essere umano è molto complesso. La parte visibile all’occhio è ovviamente il corpo fisico.

Questo corpo è, tuttavia, il risultato, e la composizione di, molte parti che non sono così visibili all’occhio.

Cominciando dalla parte più evidente, il cranio contiene il cervello, che è composto da varie parti (neocorteccia, cervelletto, amigdala ecc.)

Il cuore, che è il motore del corpo fisico, è generalmente associato alle emozioni.

Meno conosciuta è la parte inferiore del corpo, il cosiddetto nucleo, che significa ‘centro’ dove si trovano gli organi interni e l’intestino. Gli intestini sono la ‘fabbrica’ non solo del sistema immunitario, per difendere l’organismo da malattie e virus, ma sono anche un importante serbatoio di emozioni e intuizioni.

Il corpo fisico è, per così dire, il risultato finale della somma di tutte le altre componenti, mentali ed emotive. È, per così dire, la punta dell’iceberg, visibile sopra il livello del mare, mentre la parte più grande è sotto il livello del mare, sconosciuta a molti.

Nelle lingue occidentali non ci sono parole speciali per descrivere quelle parti, quindi userò le parole sanscrite, che sono molto chiare.

Il corpo fisico è fatto di materiale fisico, carne, ossa, nervi ecc. che possiamo vedere, toccare, esaminare, ma che di per sé è solo materiale inerte.

I mattoni che costruiscono il corpo fisico sono il cibo che mangiamo e le bevande che beviamo. Pertanto in sanscrito yogico viene chiamato annamaya kosha, ovvero il corpo fatto di anna (cibo).

Per muovere l’annamaya kosha abbiamo bisogno del cervello. Anche il cervello è materiale, ma emette onde elettriche, e sono quelle che muovono il corpo fisico (annamaya kosha).

Tutto ciò che fa l’annamaya kosha inizia con i comandi nel cervello.

Il cervello programma tutti i movimenti dell’annamaya kosha e tutti gli altri processi del corpo fisico. Questo centro di organizzazione è chiamato in sanscrito nella tradizione yogica manomaya kosha. In questa parola possiamo riconoscere la parola ‘man’ o ‘hu-man’ in inglese, per esempio.

Questo è l’organo che ci distingue dagli animali, che ce l’hanno ma in una forma più rudimentale, meno sviluppata, e che ci rende ‘umani’.

C’è però una cosa che nemmeno i medici occidentali sanno, ma che gli orientali e gli yogi hanno sempre saputo, e cioè che il manomaya kosha NON PUÒ agire direttamente sull’annamaya kosha. Non c’è NESSUNA connessione tra i due.

Ciò che molte persone sanno, senza sapere di ‘sapere’, è che tra il cervello e il corpo fisico, tra manomaya kosha e he annamaya kosha, C’È UN ALTRO CORPO.

L’agopuntura, lo shiatsu, il tai chi, lo shao-lin e molte altre discipline, non agiscono sul corpo fisico, ma su un altro corpo, un corpo sottile, elettrico.

Questo corpo elettrico (si pensi ai meridiani nell’agopuntura o ai nadi nella tradizione yoga) è chiamato nella tradizione yogi pranamaya kosha, o corpo sottile o eterico, fatto di prana, chi. Secondo lo yoga, e lo dice già il nome stesso, questo corpo è fatto di prana.

Sono stati scritti molti libri su cosa sia esattamente questo prana, ma se ci atteniamo alla tradizione, sia occidentale che orientale, possiamo vedere molte figure di ‘santi’ circondate da un alone di luce.

Personalmente direi che prana non è aria, non ossigeno, non energia, ma è il materiale base dell’universo, che è LUCE, fotoni.

Il pranamaya kosha è fatto di fotoni. Nella tradizione yogica la pratica della respirazione, chiamata pranayama, è una parte molto importante della pratica. Con il pranayama inspiriamo aria, ossigeno, ma in primo luogo inspiriamo LUCE. Pertanto la respirazione guidata, chiamata pranayama, riempie di luce il pranamaya kosha, lo rafforza e lo fa risplendere. È questo splendore che si vede intorno ai santi, ma è anche lo stesso che vediamo quando uno è ‘felice’. Diciamo che quella persona è “radiante”. In inverno, quando c’è poca luce, ci sentiamo più depressi, spenti, ma in estate quando c’è molta luce solare ci sentiamo sollevati, pieni di energia.

Il pranamaya kosha è il ‘progetto’ dell’annamaya kosha, ed è simile all’annamaya kosha, o meglio, l’annamaya kosha è simile al pranamaya kosha, essendo stato ‘creato’ da esso.

Qualsiasi blocco o problema nel pranamaya kosha si manifesta prima o poi nell’annamaya kosha. Allo stesso modo in cui l’ annamaya kosha si ammala a partire dal pranamaya kosha, così anche la guarigione dell’annamaya kosha inizia nel pranamaya kosha.

In giapponese quell’energia, quella luce, che è il corpo sottile, si chiama chi, e il corpo fatto di chi, prana, pranamaya kosha, è quel corpo che agisce tra il cervello, tra il manomaya kosha e l annamaya kosha. L’annamaya kosha di per sé non può eseguire i comandi del manomaya kosha. Tai chi, shao-lin e tutte le altre discipline orientali servono a rafforzare e controllare il pranamaya kosha.

Il manomaya kosha, che compone un comando per un certo movimento, invia questo comando al pranamaya kosha, che a sua volta “raccoglie” energia, chi, prana, per eseguire il comando e tradurlo in un movimento dell’annamaya kosha. Quando ha raccolto sufficiente chi o prana , può muovere l’ annamaya kosha. Questo processo è chiamato intento. È questo comando, questo intento inviato dal pranamaya kosha che muove l’annamaya kosha.

Questo processo va avanti tutto il giorno, ma per il 99% è a livello inconscio. Ogni movimento che facciamo segue questa procedura.

Quindi qual’è la differenza tra i movimenti quotidiani e i movimenti centrali dello yoga?

L’annamaya kosha, il corpo fisico, ha un centro, che si trova tra la parte superiore del corpo (braccia, testa e petto) e la parte inferiore (gambe).

Questo centro è chiamato in lingua occidentale nucleo.

La parola nucleo significa centro.

Il nucleo copre la parte centrale del corpo fisico tra il diaframma pelvico e il diaframma toracico.

Le ossa che contengono il nucleo sono:

  • Le cinque vertebre lombari
  • Le false costole (3)
  • Le costole fluttuanti (2)
  • Le ossa pelviche (ileo, ischio e pube). Per riferimento successivo, la parola “pelvico” in latino si riferisce al “bacino”.

I muscoli del nucleo sono:

i muscoli posteriori:

  • Il muscolo sacrospinare
  • Il muscolo quadrato dei lombi
  • Il grande psoas
  • Il piccolo psoas
  • Il muscolo iliaco
  • Il gluteo medio e minimo

i muscoli laterali:

  • Gluteo minimo
  • tensore della fascia lata

anteriore / muscoli laterali:

  • retto addominale
  • esterno obliquo
  • interno obliquo
  • trasverso addominale

Ma il muscolo più importante, che poche persone conoscono e usano, è lo psoas.

Lo psoas è l’unico muscolo del corpo che collega direttamente l’interno coscia (il piccolo trocantere) alla colonna lombare, ed ha un ruolo molto importante nella corretta postura e nell’attività del nucleo. Stabilizza il bacino e gli organi interni.

L’azione dello psoas

Sbagliata (sopra):

lo psoas è allentato, non ha tono e il peso degli organi interni spinge in avanti la colonna lombare, in modo che il bacino collassi/ruoti in avanti (antiversione). Pensa a una donna incinta con la parte lombare crollata in avanti a causa del peso del bambino.

Corretto (sotto):

Lo psoas funziona in modo corretto, ha un buon tono e sostiene gli organi interni, mantenendo il bacino in posizione verticale, anche leggermente in versione retroversa. Questa leggera retroversione l’ho chiamata lo scoop. Ricordiamo che significa bacino. Gli organi sono tenuti correttamente e non si “rovesciano” in avanti.

Il nucleo è la parte centrale dell’annamaya kosha. È puramente fisico.

All’interno del nucleo, che è la parte fisica, invece, si trova il centro sottile, il centro del pranamaya kosha, che, in varie lingue, è chiamato hara, dantien, kanda. Questo centro sottile è sotto l’ombelico, a metà tra l’ombelico e l’osso pubico, e a metà tra le due creste iliache.

Questo è il centro del pranamaya kosha ed è considerato il centro della vita e della vitalità in molte tradizioni.

Dato che tutti conosciamo la parola hara, la userò d’ora in poi.

L’hara è il centro del pranamaya kosha ed è situato nel centro del nucleo, che è il centro dell’annamaya kosha. L’hara è il centro sottile da cui l’energia si irradia in tutto il corpo sottile e fisico. Da qui iniziano tutti i movimenti del corpo fisico, anche quelli più lontani dal centro (braccia, spalle ecc.).

Va a questo punto spesa una parola sul fatto che il nucleo e l’hara siano il centro della vita e delle emozioni (l’intestino e le emozioni). Diventa interessante vedere che la “malattia” moderna più comune è l’obesità, specialmente nella parte centrale del corpo (il nucleo), il cosiddetto grasso della pancia, cosce e glutei.

Nella storia la vita non è mai stata così stressante e frenetica come la nostra vita moderna, con milioni di cose da fare ogni giorno e milioni di problemi da risolvere, ma la nostra annamaya kosha e l’amigdala, che è il centro delle tre c, combatti, corri o congelati, non è stato in grado di tenere il passo con la vita moderna, la tecnologia e altri fattori di stress.

Dato che questo stress è praticamente continuo, il cervello produce costantemente cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, poichè il corpo e il cervello si sentono continuamente ‘minacciati’ dalla vita quotidiana (si pensi al cortisolo come un sistema integrato di allarme fornito dalla natura. E l’ormone principale dello stress nel nostro corpo).

Di conseguenza il corpo cerca di “proteggere” la sua parte più vulnerabile per quanto riguarda le emozioni, il nucleo e l’hara, e costruisce un “cuscino” attorno ad esso per proteggerlo dalla minaccia percepita nello stress: il famoso “pancione”, l’obesità.

Jon Gabriel nel suo libro: ‘Visualizzazione per la perdita di peso’, spiega in modo semplice come funziona l’intero processo e come si può invertire imparando alcune tecniche di visualizzazione e meditazione per ‘convincere’ il corpo che non c’è una situazione minacciosa della vita in corso e quindi di ridurre la produzione di cortisolo.

I giapponesi hanno una sorta di ‘meditazione camminata’ chiamata ‘Shinrin-yoku’ (il professore Qing Li della Nippon Medical School di Tokyo è il principale ricercatore in questo campo). Nel suo libro ‘Arte e scienza del bagno nel bosco’ descrive la ‘tecnica del camminamento nel bosco’, che è un lento camminare in un’area boschiva, prestando totale attenzione a tutto ciò che si vede (!) che ha lo stesso scopo di prendere un ‘vacanza’ dalla vita moderna immergendosi nella natura in modo meditativo, lasciando a casa computer e cellulari.

Per lo stesso motivo lo yoga dovrebbe essere fatto molto lentamente per non mettere in moto questo meccanismo di “difesa” con inutile stress. Ho notato però che molte persone dopo aver fatto anni di yoga “aumentano” il grasso corporeo, il che, come ho detto, può essere innescato dal fatto che fanno yoga o altri esercizi in modo frettoloso e stressante, scatenando il sistema di allarme.

Come attivare il nucleo.

Per attivare il nucleo bisogna contrarre i glutei e i muscoli estensori della fascia lata delle cosce e ‘succhiare’ l’addome all’interno, partendo dal diaframma pelvico e dall’osso pubico fino allo sterno (processo xifoideo).

Allo stesso tempo la colonna lombare e il sacro sono leggermente spinti in avanti verticalmente e il bacino posto in una modalità leggermente retro-versa .

Questo movimento si chiama paletta (come il cucchiaio con cui si estrae la zuppa dalla scodella, o il gelato dal cartone).

La paletta fa parte di un tipo di respirazione che io chiamo respirazione mula bandha. Con questo movimento la respirazione cambia e si sposta dalle costole anteriori, dove la maggior parte delle persone respira erroneamente, alle costole posteriori, dove infatti si trovano i polmoni, e di conseguenza le costole posteriori si allargano verso i lati del torace.

(Nota : Le costole vere (1-7) sono attaccate allo sterno, e quindi non possono allargarsi. Le costole false (8,9,10) non sono attaccate allo sterno ma tra loro con cartilagine, le costole 11,12 sono le costole fluttuanti, che si attaccano solo alle vertebre, quindi l’allargamento principale avviene nelle costole false e nelle costole fluttuanti).

Allo stesso tempo il punto in cui il respiro entra nella gola, che per la maggior parte delle persone è nella gola superiore, si abbassa e l’aria entra attraverso la gola inferiore (la parte della gola utilizzata per sbadigliare e “tirare un sospiro di sollievo” ).

L’effetto complessivo è che il movimento della respirazione parte dal basso ventre, va indietro verso i reni e da lì sale verso l’alto, seguendo la curva della colonna vertebrale e finendo dietro il manubrio, che è la parte superiore dello sterno, che, di conseguenza, solleva (la prima parte di jalandhara bandha).

Questo è il movimento della respirazione mula bandha, dal basso verso l’alto. Ovviamente, però, l’aria stessa entra nella gola inferiore e scende nei polmoni.

Attenzione:

La parte inferiore dello sterno, il processo xifoideo, NON si fa avanti, come molti fanno erroneamente, ponendo così lo sterno in posizione inclinata, ma lo sterno rimane verticale con il manubrio in linea verticale sopra il processo xifoideo. L’intero movimento avviene sul lato posteriore del torace (dove si trovano i polmoni). Si può immaginare di avere una grande cintura tra il petto e il bacino. Questa cintura dovrebbe avere sempre la stessa larghezza nella parte anteriore e nella parte posteriore, in modo che le costole frontali non si muovano verso l’alto allontanandosi dalle creste iliache.

È importante sottolineare che tutto questo movimento del respiro è possibile solo con gli occhi periferici. Con gli occhi concentrici questo movimento non è possibile. Con gli occhi periferici l’aria entra automaticamente nel basso ventre, con conseguente respirazione mula bandha, mentre con gli occhi concentrici l’aria entra automaticamente nella gola superiore, determinando la classica respirazione Ujjayi degli antichi testi.

In ‘HARA E IL NUCLEO Parte Seconda’ parlerò di occhi concentrici e periferici, attenzione totale ed esercizi isometrici e isotonici.

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