Una questione di gravità
“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”
Con questo concetto possiamo riassumere il terzo principio della dinamica di Newton, nonché l’effetto potente che la forza di gravità ha sul nostro corpo e su di noi in generale.
Anche nello yoga è molto importante conoscere come agisce, Dona Holleman ne parla nel quarto degli otto principi vitali da lei elaborati: l’arte del radicamento e l’uso della gravità a nostro vantaggio.
Così come una pallina da tennis che cade, rimbalza sul pavimento, anche noi possiamo sfruttare questa forza di rimbalzo, la c.d. “antigravità”, per eseguire l’asana senza sforzo, senza lottare con il nostro corpo e le nostre tensioni.
Il tutto si traduce in due forze opposte che agiscono non in contraddizione ma affinchè si possa liberare energia: una parte inferiore del corpo radicata a terra che abbandona il suo peso alla gravità e che riceve la spinta dalla terra, e una superiore in cui la nostra colonna si allunga leggera verso l’alto, come se volesse fuggire via da noi. A metà c’è il nostro ventre, quello che nelle arti marziali giapponesi è definito hara, il nostro baricentro,dove hasede la nostra consapevolezza, il nostro centro di gravità permanente, il punto di raccolta della nostra energia. “… Esiste una divisione a metà della nostra schiena dalla quale la colonna vertebrale si muove simultaneamente in due opposte direzioni: dalla vita in giù, verso le gambe e i piedi attirati dalla forza di gravità, e dalla vita in su, fino alla cima della testa, sollevandoci con leggerezza. La forza di gravità sotto i nostri piedi rende possibile l’estensione della parte superiore della colonna e questa estensione ci consente di liberare la tensione tra le vertebre…” [1]
Il corpo è proteso verso l’alto ma connesso al basso, abbiamo come base la Terra ma siamo sempre in relazione con il Cielo.
Può accadere che il radicamento sia eccessivo e sfoci nella pesantezza verso il basso, così la posizione diventa rilasciata e inerte. Al contrario quando si avrà difficoltà a radicarsi nella posizione, si avrà molta incertezza, vacillamento e in alcuni casi anche troppa flessibilità.
Quando il radicamento è fatto bene le due forze antitetiche agiscono in armonia, ciò che sta in alto è portato da ciò che sta in basso e ciò che sta in basso ha un impulso naturale verso l’alto, come un albero che mette le radici nel terreno affinchè possa crescere alto verso il Cielo [2].
In sostanza con il radicamento lavoriamo con la forza di gravità e non contro di essa, ed insieme agli altri principi vitali l’asana acquisisce leggerezza, fluidità di movimento ed eleganza, e la posizione diventa una vera e propria opera d’arte!
Lo yoga di Lalà
Nel 2018, dopo diversi anni di pratica secondo il metodo Iyengar, ho conosciuto Patrizia Gregori ed ho deciso di iniziare con lei il Teacher Training secondo il metodo Centered. Da subito, nell’eseguire gli asana con Patrizia, ho sentito che c’era un quid in più. È proprio questo il punto, avevo sentito il mio corpo all’interno di un asana!
Con il Centered cambia la qualità della pratica, si inizia a praticare in modo diverso perché si inizia a sentire il peso del proprio corpo all’interno della posizione Inoltre non si riduce tutto ad un esercizio di ginnastica, ad una serie di azioni eseguite in sequenza, ma fai un’esperienza ogni volta che esegui un asana. Il radicamento, così come gli altri principi del Centered, sono un continuum, l’asana diventa vivo. Bisogna immaginare il proprio corpo come all’interno di una ruota, dove il movimento è circolare e non segmentato, è un andirivieni di radicamento verso il basso e leggerezza verso l’alto.
Chi pratica yoga da tanti anni sa bene come con il tempo questa disciplina inizia ad influenzare anche la nostra vita in generale, la mente viene forgiata a poco a poco. Lo stesso vale per i principi di Dona, si inizia a fare esperienza di essi anche fuori dal tappetino, essi possono aiutarci a vivere meglio oltre che a praticare bene.
[1] V.SCARAVELLI “Tra Terra e Cielo. Risvegliare la colonna vertebrale con la pratica yoga”
[2] K. VON DURKHEIM HARA Il centro vitale dell’uomo secondo lo zen Roma (RM) Edizioni Mediterranee 2013